Scoppia il ‘caso’ delle Rsa. Solo un operatore su dieci si è detto disponibile a vaccinarsi. Molti sulla linea No-Vax.
ROMA – Nel giorno del V-day scoppia il caso delle Rsa. Secondo quanto scritto da La Repubblica, solo un operatore su dieci si è detto disponibile a sottoporsi al vaccino. Un numero che rischia di complicare (e non poco) il percorso deciso dal Governo per arrivare ad una immunizzazione entro l’estate.
La speranza è quella di un falso allarme, come successo già nelle scorse settimane con i medici. Nelle prossime settimane si avranno dei numeri più precisi e un quadro a disposizione completo sull’andamento dell’adesione degli operatori sanitari delle Rsa.
Operatori sanitari e ospiti delle Rsa, vaccinazione tra gennaio e febbraio
La campagna di vaccinazione per gli ospiti e gli operatori delle Rsa dovrebbe iniziare tra gennaio e febbraio. Molto dipenderà dalle dosi a disposizione, ma il ministro Speranza si augura di completare questa fase entro il primo trimestre del 2021.
Un passaggio fondamentale per consentire la riapertura ai familiari degli ospiti di queste strutture. L’obiettivo è quello di rendere Covid-free le residenze per anziani. Le prime somministrazioni ci sono state già durante il V-day, ma anche in questo caso la strada è lunga e ci vorranno diverse settimane prima di completare tutti i passaggi.
Il ‘caso’ degli operatori sanitari
Un percorso che potrebbe trovare l’ostacolo del no al vaccino da parte degli operatori sanitari. Solo uno su dieci avrebbe dato la propria disponibilità a sottoporsi alla somministrazione del vaccino. Un numero molto basso e il rischio di un ritardo è molto alto.
Nelle prossime settimane si avranno dei numeri più precisi. Dal Ministero della Salute sperano in numeri non reali, come successo in passato con i medici, ma si attenderanno i primi giorni di gennaio per capire se le cifre scritte da La Repubblica sono reali.